VILLAGGIO BARONA - LOTTO RESIDENZIALE (Milano)
Il Villaggio Barona è un insediamento complesso che si estende su una superficie di oltre 40mila mq alla periferia di Milano; sorto su un’area industriale dismessa (per l’85% di proprietà della Fondazione Attilio e Teresa Cassoni, promotrice dell’intervento, e per il 15% di proprietà del Comune di Milano), è compreso tra le vie Ettore Ponti, B. Zumbini e Italo Svevo.
L’area in via di dismissione era già in uso, da diversi anni, come spazio per la sperimentazione, come laboratorio aperto all’introduzione di pratiche non ordinarie di solidarietà, promosse (negli edifici dismessi) dalla adiacente Parrocchia dei Santi Nazaro e Celso e dall’associazione di volontariato Sviluppo e Promozione (ASP).
Il progetto, realizzato dalla Fondazione Cassoni, è nato dall’idea di costruire un “luogo urbano d’incontro” tra i bisogni espressi dalla società locale e quelli espressi da gruppi di abitanti che vivono in situazioni di emarginazione ed esclusione sociale. Linea guida del progetto è stata la dimensione dell’integrazione, del rifiuto della ghettizzazione delle situazioni di disagio (anche grave) attraverso la ricerca della contaminazione sociale tra forme di organizzazione e linguaggi differenti, dell’integrazione tra funzioni (la residenza, il verde, il commercio, l’artigianato, i servizi alla persona) e dell’integrazione fra attori (istituzionali e non, pubblici e privati).
Nel Villaggio sono presenti sia “servizi” residenziali: residenza “normale” (appartamenti, di taglio piccolo, in affitto a prezzi molto agevolati); “comunità alloggio” (per persone, a vario titolo, in situazioni di disagio); “pensionato sociale”; le funzioni residenziali sono sempre integrate con attività artigianali, commerciali e di somministrazione e con spazi per attività culturali e ricreative; sia “servizi” socio-assistenziali: attività sociali e di assistenza per numerose tipologie di bisogno. Il tutto è articolato attorno ad un ampio parco attrezzato di uso pubblico che (con i suoi tracciati ciclopedonali) funge anche da tessuto connettivo dell’intervento e come raccordo dello stesso con il contesto urbano circostante.
I complessi edilizi che configurano l’insediamento sono 3: housing sociale, pensionato sociale, servizi socio-assistenziali.
Per un approfondimento sulle scelte microurbanistiche (che hanno determinato la configurazione definitiva dell'insediamento) si veda la sezione Planning and urban design - progettazione urbana - Villaggio Barona: un esperimento insediativo integrato (clicca qui).
Per un approfondimento sulle scelte microurbanistiche (che hanno determinato la configurazione definitiva dell'insediamento) si veda la sezione Planning and urban design - progettazione urbana - Villaggio Barona: un esperimento insediativo integrato (clicca qui).
HOUSING SOCIALE (1° lotto)
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Il perimetro giallo individua gli edifici residenziali e l'area in rosso individua l'ambito dell'intervento non ancora attuato
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I corpi di fabbrica sono 2; entrambi, in pianta, sono configurati ad L; sono (più o meno) simmetrici e disposti in linea (con la giacitura principale nord nord ovest - sud sud est) e sono specchiati rispetto alla giacitura del lato più corto della L. Il primo dei due si attesta su via E. Ponti ed il secondo su via B. Zumbini, ed hanno una lunghezza complessiva di circa
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Fronte ovest su via privata Attilio e Teresa Cassoni e relativa vista prospettica |
Trattandosi (per la residenza ‘normale’) di alloggi da dare in locazione a canoni sociali, il problema del massimo contenimento dei costi è, evidentemente, molto importante e ciò si riflette anche sul dimensionamento dei singoli locali che, per questo, approssimano nella gran parte dei casi i minimi regolamentari (esclusi i soggiorni, sempre notevolmente più grandi dei minimi).
Oltre a tipologie residenziali “normali” sono state realizzate tipologie più ampie (attorno ai 300-400 mq.) destinate a “comunità alloggio protette”: per anziani parzialmente autosufficienti, per malati terminali, per persone con disabilità psichica lieve e per una comunità residenziale di ragazze madri. (attorno al 20 % degli 8.000 mq. di superficie residenziale totale).
L’obiettivo essendo quello di realizzare il maggior numero di unità abitative possibili, la precisa gamma dei tagli dimensionali richiesti ha suggerito (per ottimizzare l’uso delle SLP disponibili) di concepire i corpi di fabbrica residenziali come integrazione articolata di organismi distributivi diversi, ciascuno calibrato e disegnato su uno specifico taglio dimensionale di alloggio.
Per questo ciascuno dei due edifici, approssimativamente simmetrici (l’asse di simmetria essendo, come detto, l’asse longitudinale della piazzetta pedonale centrale) si compone di quattro parti tipologicamente distinte (tutte impostate su un piano terra, omogeneo, a negozi) ma integrate in un unico organismo architettonico:
- nelle testate alte, che si affacciano sulle vie pubbliche, sono collocati i trilocali: quella (di 7 piani) su via Ponti accoglie i trilocali con due camere da letto grandi (a due letti); in quella su via Zumbini (6 piani) i trilocali hanno una camera a due letti ed una ad un letto;
- nelle ali basse (3, 4 piani) delle L, che affacciano sulla piazzetta, si ritrova tutta la gamma dimensionale (1,2,3,4 locali) per generare le, volute, profondità variabili dei corpi di fabbrica;
- nella parte intermedia dei corpi edilizi in linea, ai piani bassi (1°, 2° e 3°), si concentrano i monolocali, i bilocali ed i bilocali con ‘studio’: una camera da letto grande ed uno ‘studio’ da 7 mq. (normativamente non classificabile come stanza da letto)
- nei piani alti (4°, 5°, 6°) della parte intermedia dei corpi edilizi in linea e delle testate alte su strada, le comunità alloggio protette. L’obiettivo di fondo di integrare queste comunità con la residenza ‘normale’, rispettando però l’esigenza di assicurare ad esse situazioni appartate, tranquille (ognuna occupa infatti l’intero piano del corpo di fabbrica interessato) e dotate di adeguati spazi privati anche all’aperto, ha portato all’individuazione della tipologia a terrazze degradanti.
Quindi, in generale, al piano terreno sono ubicate le attività commerciali ed artigiane di servizio (protette dal porticato continuo), ai primi tre piani dei corpi intermedi e delle ‘torri’ (sulle testate) la residenza ‘normale’, ed ai piani terrazzati superiori le comunità alloggio protette.
Le altezze dei due edifici passano così, gradatamente, dai 6 - 7 piani fuori terra delle testate, rispettivamente, verso via Zumbini (più stretta) e verso via Ponti (più larga), ai 4 piani fuori terra delle ali corte delle L (che disegnano la piazzetta pedonale centrale) ed ai 3 piani delle testate (di queste stesse ali) verso il nuovo giardino pubblico; altezza quest’ultima appositamente studiata per consentire, poi, un raccordo equilibrato con i 2 piani fuori terra dell’ adiacente complesso dei nuovi edifici per i ‘servizi socio assistenziali’.
Esemplificativamente si riportano di seguito la planimetria del piano terreno, del piano terzo (p.tipo), del piano quinto e due sezioni trasversali:
Quindi, in generale, al piano terreno sono ubicate le attività commerciali ed artigiane di servizio (protette dal porticato continuo), ai primi tre piani dei corpi intermedi e delle ‘torri’ (sulle testate) la residenza ‘normale’, ed ai piani terrazzati superiori le comunità alloggio protette.
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Prospetto est verso il giardino pubblico |
Questo schema, mantenendo un ampio varco visuale centrale consente, anche a buona parte degli alti edifici esistenti ad ovest del ‘Villaggio’ di godere buone prospettive aperte verso la nuova piazza e verso il Giardino pubblico.
Esemplificativamente si riportano di seguito la planimetria del piano terreno, del piano terzo (p.tipo), del piano quinto e due sezioni trasversali:
Un terzo elemento determinante nella definizione morfologica di questi edifici è derivato dall’obbiettivo fondante di assecondare il più possibile l’interazione sociale tra i residenti, e ciò ha portato alla scelta della distribuzione a ballatoio (un ballatoio immaginato come ‘viottolo’ di accesso a casa…. così come i ‘corpi-scala’ sono pensati e disegnati come ‘scalinate’ lungo i percorsi). Sempre in vista di questo obiettivo, al 1° e 2° piano sono stati previsti (lungo i ‘viottoli’) anche piccoli slarghi di sosta, attrezzati con panche, fioriere e pergolati e, sulla copertura del 2° piano del corpo di fabbrica che si affaccia (da sud) sulla piazzetta pedonale, è stato realizzato un giardino pensile con al centro un’aula di uso comune (per il gioco coperto dei bambini, per celebrare compleanni, matrimoni ecc…) e due piccole serre (per la protezione invernale delle piante in vaso). Sul giardino pensile si affaccia anche l’ampia terrazza della comunità alloggio per anziani non autosufficienti che vi possono accedere direttamente (con ascensore o scala privata).
Per assicurare l’accesso diretto a queste attrezzature da parte di tutti i residenti si è realizzata una passerella aerea che unifica i due corpi di fabbrica (attraversando la piazza pedonale alla quota del solaio del terzo piano fuori terra) collegando tra loro le rispettive reti di ballatoi.
I viottoli-ballatoio si sviluppano prevalentemente lungo il fronte ovest degli edifici ma anche, per brevi tratti, sul lato nord delle ali basse (che delimitano la piazzetta centrale). In questo modo tutti i locali di soggiorno (sui fronti opposti a quelli di accesso agli appartamenti) si affacciano: o verso l’ampio spazio del giardino pubblico (a est) o, verso sud, sulla animata piazza pedonale o sul verde del giardino (pensile) privato interno (al PT sopra l’autorimessa) e di quello del pensionato sociale.
Ai piani residenziali, lungo il fronte ovest, considerati i numerosi accessi presenti lungo i ballatoi e quindi il considerevole andirivieni di persone, per attenuare le limitazioni alla riservatezza che ciò avrebbe comportato per queste abitazioni, i ballatoi sono stati allontanati di alcuni metri (4,5) dalla facciata, collegandoli ai singoli ingressi con passerelle aeree.
Questa scelta, unitamente alla volontà di realizzare, al piede, una galleria commerciale, ha portato a decidere per ampie coperture vetrate di questi spazi in modo da assicurare (oltre al riparo dalle intemperie dei ballatoi, degli avventori dei negozi e dei passanti in genere) adeguati rapporti aero-illuminanti ai locali residenziali che vi si affacciano.
Tutto ciò ha portato alla creazione di uno spazio-filtro di considerevole pregio funzionale e formale; elemento morfologico molto caratterizzante. Questa grande e luminosa griglia tridimensionale funge (per i locali delle abitazioni che vi si affacciano) anche da secondo filtro visivo, oltre a quello delle alberature del viale di servizio (quando saranno sufficientemente cresciute) rispetto agli alti ed incombenti edifici prospicienti.Per assicurare l’accesso diretto a queste attrezzature da parte di tutti i residenti si è realizzata una passerella aerea che unifica i due corpi di fabbrica (attraversando la piazza pedonale alla quota del solaio del terzo piano fuori terra) collegando tra loro le rispettive reti di ballatoi.
I viottoli-ballatoio si sviluppano prevalentemente lungo il fronte ovest degli edifici ma anche, per brevi tratti, sul lato nord delle ali basse (che delimitano la piazzetta centrale). In questo modo tutti i locali di soggiorno (sui fronti opposti a quelli di accesso agli appartamenti) si affacciano: o verso l’ampio spazio del giardino pubblico (a est) o, verso sud, sulla animata piazza pedonale o sul verde del giardino (pensile) privato interno (al PT sopra l’autorimessa) e di quello del pensionato sociale.
Ai piani residenziali, lungo il fronte ovest, considerati i numerosi accessi presenti lungo i ballatoi e quindi il considerevole andirivieni di persone, per attenuare le limitazioni alla riservatezza che ciò avrebbe comportato per queste abitazioni, i ballatoi sono stati allontanati di alcuni metri (4,5) dalla facciata, collegandoli ai singoli ingressi con passerelle aeree.
Questa scelta, unitamente alla volontà di realizzare, al piede, una galleria commerciale, ha portato a decidere per ampie coperture vetrate di questi spazi in modo da assicurare (oltre al riparo dalle intemperie dei ballatoi, degli avventori dei negozi e dei passanti in genere) adeguati rapporti aero-illuminanti ai locali residenziali che vi si affacciano.
In sintesi: i due corpi di fabbrica a terrazze, che degradano simmetricamente verso la raccolta piazzetta centrale, riducendo prospetticamente la massa edilizia, la riducono anche percettivamente e l’immediata leggibilità sulle fronti di tutti i percorsi distributivi (oltre alla presenza di tante logge e balconi) fanno percepire il complesso come facilmente ‘scalabile’..‘esplorabile’ a tutti i suoi livelli..quindi comprensibile, vicino,..amico.
I collegamenti multipli dei ballatoi tra loro (più gruppi scalinata-ascensore per ogni ballatoio),la passerella aerea sopra la piazza, ecc. ... consentono relazioni dirette ed immediate tra tutte le abitazioni del lungo edificio (senza necessità di scendere al suolo e risalire) e consentono, a ciascun residente, molteplici percorsi alternativi per …fare visita ad amici…per andare e venire da casa sua, per salire al giardino pensile o alla sala comune o per scendere al bar sotto casa (affacciato sulla piazzetta pedonale dove giocano i bambini).. magari fermandosi a chiacchierare con qualcuno seduto sulle panche in legno degli slarghi lungo i ‘viottoli aerei’.
I collegamenti multipli dei ballatoi tra loro (più gruppi scalinata-ascensore per ogni ballatoio),la passerella aerea sopra la piazza, ecc. ... consentono relazioni dirette ed immediate tra tutte le abitazioni del lungo edificio (senza necessità di scendere al suolo e risalire) e consentono, a ciascun residente, molteplici percorsi alternativi per …fare visita ad amici…per andare e venire da casa sua, per salire al giardino pensile o alla sala comune o per scendere al bar sotto casa (affacciato sulla piazzetta pedonale dove giocano i bambini).. magari fermandosi a chiacchierare con qualcuno seduto sulle panche in legno degli slarghi lungo i ‘viottoli aerei’.
La percezione e la consapevolezza di queste articolate potenzialità di movimento (orizzontale e verticale), la varietà delle mete possibili (...attorno a casa) e dei diversi scorci spaziali collegati a questi spostamenti, vogliono alludere appunto...al tranquillo muoversi in un villaggio.
Piazza pedonale
Come i ballatoi e gli altri spazi comuni attrezzati ‘in quota’ sono stati pensati e si propongono come luoghi di interazione tra i residenti e tra i residenti e le persone assistite nelle comunità, le gallerie commerciali, la piazza pedonale ed i contigui spazi del giardino pubblico, si propongono come i luoghi di incontro e di interazione tra le persone residenti, le persone assistite e la popolazione del quartiere Barona in generale.
Come i ballatoi e gli altri spazi comuni attrezzati ‘in quota’ sono stati pensati e si propongono come luoghi di interazione tra i residenti e tra i residenti e le persone assistite nelle comunità, le gallerie commerciali, la piazza pedonale ed i contigui spazi del giardino pubblico, si propongono come i luoghi di incontro e di interazione tra le persone residenti, le persone assistite e la popolazione del quartiere Barona in generale.
E’ stata quindi posta molta cura nella concezione e nel disegno di questi luoghi, la piazza pedonale in particolare, in modo da renderla accogliente, frequentata e vitale. A questo fine su di essa sono stati fatti convergere tutti i possibili movimenti pedonali origine-destinazione.
Attraverso la piazza passano anche i percorsi pedonali più brevi per andare dalla zona di via Binda verso la chiesa e le strutture scolastiche di via Fermo e via Curiel.....e per andare (provenendo dalla zona di via Venosta) al supermercato Esselunga di viale Cassala e all’interscambio di Romolo (fermate MM; FFSS; ATM; SGEA) o alla scuola media Gramsci e viceversa. Insomma (tenendo anche conto della mancanza di vere alternative in zona) quando il ‘Villaggio’ sarà completato in tutte le sue parti ed i percorsi preferenziali saranno consolidati, la piazza … dovrebbe ... poter svolgere appieno la sua funzione di cuore del villaggio e (forse) di nucleo rilevante del quartiere.
Dal punto di vista morfologico, la piazza (di circa 800 mq.) è uno spazio (largo mediamente 23m. e lungo 36) racchiuso lateralmente dalle facciate di due edifici di altezza contenuta (3 piani fuori terra sui lati e 4 nella zona centrale) con una configurazione delle fronti (porticate e balconate) leggermente concave per accentuare la percezione di un luogo accogliente in cui sostare, aperto ad est verso il grande giardino alberato e ad ovest, dove confluiscono le gallerie commerciali, verso i parcheggi di servizio e l’accessibilità carraia.
Ad arredo della piazza: un’ampia seduta circolare che configura la grande vasca del faggio che (col tempo) la ombreggerà e, (sul lato verso il giardino) un pergolato con rampicanti sotto la cui ombra, nella bella stagione, mettere i tavolini del bar. A pochi passi, l’area giochi per i bambini.
L’illuminazione è assicurata da lampioni (alti circa quattro metri e mezzo) disposti secondo un tracciato ellittico che ribadisce la forma leggermente concava dello spazio.
Per la precisa dislocazione topografica della piazza, è stato tenuto ben presente anche il varco (di circa 15 metri ) che interrompe l’alta cortina edilizia esistente ad ovest…. in modo da assicurarne, nei mesi invernali, l’insolazione anche al tramonto. Fungono però da quinte visive di separazione, rispetto al detta cortina (incombente), sia il doppio filare di alberi che fiancheggiano la viabilità di servizio sia l’alta passerella di collegamento dei due corpi di fabbrica con i suoi sostegni strutturali ( colonna e setto in c.a.) e la vasca con il faggio.
Strada di servizio
La funzione della nuova strada (via privata Attilio e Teresa Cassoni) che collega via Ponti con via Zumbini è quella di assicurare l’accesso ai parcheggi di servizio delle attività commerciali e l’accesso agli automezzi dei vigili del fuoco nelle eventuali emergenze.
Le corsie sono asfaltate così come i parcheggi per disabili e quelli in linea; è asfaltato il marciapiede ovest (oltre l’aiuola) e quelli su via Ponti e via Zumbini. I parcheggi a pettine sono realizzati con pavimentazione erbosa filtrante. Le aiuole erbose che separano i marciapiedi dai parcheggi sono piantumate con filari arborei e con siepi e sono delimitate da cordoli in granito (uguali a quelli dei marciapiedi delle vie Zumbini e Ponti).
Per mantenere la nuova via il più possibile tranquilla e poco rumorosa (anche in considerazione della vicinanza delle comunità alloggio protette) e per scoraggiarne l’utilizzo come scorciatoia di attraversamento veicolare, da un lato la sezione del corsello è contenuta in 6 metri , (dimensione comunque sufficiente per l’uso degli adiacenti parcheggi a pettine ed in linea) e, dall’altro, i passi carrai di accesso sulle vie Ponti e Zumbini, non interrompendo la continuità pedonale dei marciapiedi su strada, vengono a costituire dossi dissuasori. Dossi con raccordi piuttosto inclinati che limitano molto la velocità di ingresso; analoga configurazione a dosso (ma in asfalto e con raccordi molto meno accentuati) è riproposta anche in corrispondenza dell’attraversamento pedonale posto in corrispondenza della piazzetta centrale, attraversamento previsto anche perché potrebbe convogliare verso la nuova piazza i molti residenti degli edifici esistenti ad ovest della nuova via Cassoni, …. quando fossero riaperti i cancelli pedonali (oggi chiusi) già esistenti nella recinzione. Sarebbe un ulteriore non trascurabile contributo alla vitalità della piazza.
L’andamento altimetrico della strada ribadisce, grosso modo, quello dei paralleli percorsi pedonali superando il dislivello (di 180 cm .) esistente (come noto) tra via Ponti e via Zumbini.
Il doppio filare di alberature (Sophora Japonica ‘Regent’) messe a dimora nelle aiuole a prato e cespugli, oltre ad isolare i percorsi pedonali dalle auto e ad ombreggiare i parcheggi, funge da parziale filtro acustico tra gli edifici e la nuova strada, e da parziale schermo visivo (considerato il fogliame non molto fitto di questa essenza) tra i due fronti edilizi prospicienti. Tutte le aiuole del viale, comprese quelle per i rampicanti, quelle per il faggio sulla piazza, quelle dei prati pensili al PT (sopra il garage interrato), e quelle del giardino pensile al terzo piano, sono servite da impianto automatico di irrigazione.
La brochure ad un livello qualitativo migliore si può scaricare cliccando qui
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QUARTIERE RESIDENZIALE GALIMBERTI - Osnago (Lecco)
Il complesso "Le terrazze" in Comune di Osnago, sorge su un’area ex industriale (Galimberti) contigua alla ferrovia. La variante di destinazione d’uso da produttivo a residenziale è stata elaborata (per il Comune) dall’Arch. Alberto Castellazzi (con la collaborazione dell’Arch. Saccheri) contestualmente alla predisposizione di un piano di recupero che inglobava alla suddetta area spazi adiacenti di proprietà comunale.
Il progetto di Urban Design e quello Architettonico preliminare è stato elaborato (anche con l'obbiettivo di contribuire alla definizione dei parametri quantitativi e normativi del piano di recupero) dall’Arch. Pier Luigi Saccheri (con la collaborazione dell’ Arch. Castellazzi) sempre per il Comune di Osnago. L'area comunale era destinata all'edilizia sovvenzionata (cooperative) e quella ex industriale ad edilizia convenzionata.
La caratteristica morfologica principale dei corpi di fabbrica in linea adottati è costituita dal progressivo arretramento del fronte (ogni due piani nel progetto definitivo) a formare un'andamento a gradoni terrazzati, con affaccio della zona giorno degli alloggi; questa scelta genera (sul fronte opposto) la formazione di sporti sottosquadro colonnati che, lungo la viabilità pubblica, configurano al piano terra porticati commerciali, mentre nelle unità immerse nel giardino il piano terra accoglie spazi di interesse comune per i residenti (pilotis).
Su incarico dell'impresa edile che acquisì l’area Galimberti (e che si era impegnata con l’Amministrazione a realizzare il preliminare già predisposto) fu redatto (dagli architetti P.L. Saccheri e A. Castellazzi) il progetto definitivo completo, approvato con autorizzazione edilizia del Comune di Osnago.
Nella fase realizzativa l’impresa decise però di modificare, contro la volontà dei progettisti, alcuni dettagli esecutivi molto rilevanti, ad esempio sostituendo tutte le finestre tonde con serramenti rettangolari e realizzando in intonaco tinteggiato importanti finiture esterne (fioriere-parapetto e pannelli di testata) previsti in prefabbricato leggero in cemento e graniglia; ciò determinò l'abbandono della direzione lavori dei progettisti.
L’insediamento mantiene quindi tutte le caratteristiche originarie sia di town design che del progetto dei corpi edilizi, ma gran parte dei dettagli esecutivi sono stati modificati con pregiudizio della qualità formale complessiva.
QUARTIERE DI EDILIZIA POPOLARE KIDBROOKE (Londra)
Gruppo di lavoro: Colin Lucas (Architetto capogruppo), Arch. Roger Cass, Arch. Ted Holden, Arch. Mira Nesovic e Arch. P.L. Saccheri (esclusivamente sul lotto B e, prevalentemente, per gli aspetti di landscaping del Centro del quartiere e di design degli elementi di raccordo al suolo degli edifici)

Seguono immagini del centro del quartiere (lotto B) a intervento realizzato:

Le particolari caratteristiche della tecnica costruttiva (che rende costosissimo gli interventi di riqualificazione) hanno portato a un progressivo degrado del quartiere e (esclusi gli edifici scolastici) alla sua demolizione nel 2013, dopo circa 48 anni di vita.
Come illustrato dall'immagine del 2014 sottostante sono già in corso nuove edificazioni per piccoli lotti di edilizia libera.
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QUARTIERE GRATOSOGLIO - Milano
Le Torri del Centro
Il progetto è stato realizzato negli anni di collaborazione (1964/1967) dell’Arch. Saccheri con lo studio BBPR (Architetti: Banfi; Belgioioso; Peressuti e Rogers) in qualità di membro del gruppo di lavoro per la redazione del Piano di Edilizia Popolare del "Quartiere Gratosoglio” (18.000 abitanti) e specificamente come progettista responsabile del progetto di "town design” e di quello edilizio definitivo per il centro del quartiere (piastra pedonale e torri).

Per sottolineare (anche fisicamente) il carattere esclusivamente pedonale di tutta la zona centrale, nel Centro del quartiere (piastra e torri) il livello pedonale è sopraelevato a1,5 m (avendo ricavato al di sotto autorimesse, cantine e magazzini dei negozi) .
Data l'estensione lineare del Centro, i volumi e gli spazi sono stati disposti in modo da non costituire un'eccessiva barriera tra la via dei Missaglia e l'interno del quartiere. Inoltre le giaciture direttrici di tutti gli edifici del centro (torri e servizi di interesse collettivo), oltre a corrispondere a razionali criteri di insolazione, riprendono la configurazione spaziale impostata con le case prefabbricate a 10 piani, condizionata quest'ultima dall'organizzazione di cantiere e dal processo costruttivo.

La modulazione ritmica delle aperture quadrate sulle facciate finestrate si somma al gioco volumetrico dei balconi.

L'articolazione spinta del corpo di fabbrica consente al blocco scala-ascensori di servire cinque appartamenti per piano (due con 3 stanze da letto, due con 2 stanze da letto e uno con 1 stanza da letto); e consente a tutti e cinque il triplo affaccio con conseguente ottima areazione e insolazione. Tutti gli appartamenti sono dotati di soggiorno doppio con terrazzo abitabile e di cucina indipendente con balconcino; questi risultati derivano anche dall'adozione sistematica del soggiorno passante. La seguente planimetria arredata illustra quanto sopra esposto.
All'origine la colorazione integralmente bianca delle pareti esterne era realizzata con particolari vernici siliconiche che, brillando al sole, accentuavano i chiaroscuri dei volumi.
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QUARTIERE DI EDILIZIA POPOLARE KIDBROOKE (Londra)
Londra - Greater London Council (GLC)
Collaborazione (anni 1968/1969) in qualità di dipendente interno del GLC (nella Town Development Division) alla redazione del progetto del Lotto B (il Lotto A era già in costruzione) in qualità di membro del gruppo di lavoro: progettazione urbanistica attuativa, architettonica esecutiva e opere di urbanizzazione e landscaping del nuovo quartiere di edilizia pubblica di Kidbrooke (circa 7.000 abitanti), su una superficie di circa 34 ettari nel Borough londinese di Greenwich.
L'insediamento di edilizia sociale è realizzato con elementi prefabbricati che condizionano in modo rilevante sia la configurazione morfologica degli edifici che le loro giaciture nonché il livello qualitativo delle finiture.
Per limitare la difficoltà di articolazione degli spazi urbani determinata dal sistema costruttivo, oltre alle tipologie specifiche dei servizi di interesse collettivo (scuole), sono state adottate tre diverse tipologie residenziali (come evidenziato dalla foto del plastico del lotto A) che contribuiscono alla configurazione del modello di town design dell'insediamento:
- la tipologia a torre (towerbloks di 11 piani + pilotis), che è costituita da appartamenti a un piano (flats); - la tipologia a schiera (terrace houses) costituita da villette su due piani con piccoli spazi esterni sul fronte e sul retro;
- la tipologia a "masonette" costituita da unità a a schiera su due piani schematicamente descrivibile come tipologia a schiera sovrapposte

L'insediamento di edilizia sociale è realizzato con elementi prefabbricati che condizionano in modo rilevante sia la configurazione morfologica degli edifici che le loro giaciture nonché il livello qualitativo delle finiture.
Per limitare la difficoltà di articolazione degli spazi urbani determinata dal sistema costruttivo, oltre alle tipologie specifiche dei servizi di interesse collettivo (scuole), sono state adottate tre diverse tipologie residenziali (come evidenziato dalla foto del plastico del lotto A) che contribuiscono alla configurazione del modello di town design dell'insediamento:
- la tipologia a torre (towerbloks di 11 piani + pilotis), che è costituita da appartamenti a un piano (flats); - la tipologia a schiera (terrace houses) costituita da villette su due piani con piccoli spazi esterni sul fronte e sul retro;
- la tipologia a "masonette" costituita da unità a a schiera su due piani schematicamente descrivibile come tipologia a schiera sovrapposte

Gruppo di lavoro: Colin Lucas (Architetto capogruppo), Arch. Roger Cass, Arch. Ted Holden, Arch. Mira Nesovic e Arch. P.L. Saccheri (esclusivamente sul lotto B e, prevalentemente, per gli aspetti di landscaping del Centro del quartiere e di design degli elementi di raccordo al suolo degli edifici)

Seguono immagini del centro del quartiere (lotto B) a intervento realizzato:

Le particolari caratteristiche della tecnica costruttiva (che rende costosissimo gli interventi di riqualificazione) hanno portato a un progressivo degrado del quartiere e (esclusi gli edifici scolastici) alla sua demolizione nel 2013, dopo circa 48 anni di vita.
Come illustrato dall'immagine del 2014 sottostante sono già in corso nuove edificazioni per piccoli lotti di edilizia libera.
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QUARTIERE GRATOSOGLIO - Milano
Le Torri del Centro
Il progetto è stato realizzato negli anni di collaborazione (1964/1967) dell’Arch. Saccheri con lo studio BBPR (Architetti: Banfi; Belgioioso; Peressuti e Rogers) in qualità di membro del gruppo di lavoro per la redazione del Piano di Edilizia Popolare del "Quartiere Gratosoglio” (18.000 abitanti) e specificamente come progettista responsabile del progetto di "town design” e di quello edilizio definitivo per il centro del quartiere (piastra pedonale e torri).

Per garantire la massima vitalità sia del nuovo insediamento che della zona di gravitazione, il quartiere è stato inserito "a bandiera" sulla via dei Missaglia, innestando il centro commerciale e le attrezzature di servizio principali con andamento lineare lungo l'asse stesso, in immediato collegamento con i trasporti pubblici, realizzando quindi una migliore integrazione dell'intero quartiere con il tessuto di espansione della città. All'interno del quartiere la distribuzione dei volumi residenziali si articola in due tipologie: a nord ovest e sud edifici prefabbricati a blocco, alti 10 piani (30m); in tangenza alla via dei Missaglia e sovrapposte al centro lineare attrezzato (la piastra), 8 torri di 16 piani (56m) realizzate con sistema edilizio tradizionale (struttura in c.a. a setti) . L'intervento rappresenta uno dei più importanti complessi dell'epoca realizzato (solo gli edifici a blocco) in prefabbricato pesante.
La viabilità interna è costituita sostanzialmente da un anello di distribuzione principale (collegato in quattro punti con la via dei Missaglia) da cui si dipartono le strade a fondo cieco di accesso ai nuclei residenziali e attrezzature: questo schema garantisce un'efficace limitazione alla rumorosità e alla velocità in prossimità delle abitazioni.
Per sottolineare (anche fisicamente) il carattere esclusivamente pedonale di tutta la zona centrale, nel Centro del quartiere (piastra e torri) il livello pedonale è sopraelevato a
Data l'estensione lineare del Centro, i volumi e gli spazi sono stati disposti in modo da non costituire un'eccessiva barriera tra la via dei Missaglia e l'interno del quartiere. Inoltre le giaciture direttrici di tutti gli edifici del centro (torri e servizi di interesse collettivo), oltre a corrispondere a razionali criteri di insolazione, riprendono la configurazione spaziale impostata con le case prefabbricate a 10 piani, condizionata quest'ultima dall'organizzazione di cantiere e dal processo costruttivo.


L'articolazione spinta del corpo di fabbrica consente al blocco scala-ascensori di servire cinque appartamenti per piano (due con 3 stanze da letto, due con 2 stanze da letto e uno con 1 stanza da letto); e consente a tutti e cinque il triplo affaccio con conseguente ottima areazione e insolazione. Tutti gli appartamenti sono dotati di soggiorno doppio con terrazzo abitabile e di cucina indipendente con balconcino; questi risultati derivano anche dall'adozione sistematica del soggiorno passante. La seguente planimetria arredata illustra quanto sopra esposto.
All'origine la colorazione integralmente bianca delle pareti esterne era realizzata con particolari vernici siliconiche che, brillando al sole, accentuavano i chiaroscuri dei volumi.